Sigarette elettroniche Elfbar e aromi: ipocrisia e doppiopesismo

Il popolare marchio di sigarette elettroniche Elfbar ha deciso, in seguito alle critiche di cui è stato oggetto nel Regno Unito, di rinunciare a vendere i prodotti della sua gamma che hanno un aroma di dolciumi, caratteristica che li rende accattivanti agli occhi dei bambini e degli adolescenti. Ma applica due pesi e due misure, poiché in Svizzera, invece, li mantiene sul mercato. L’ennesimo esempio dell’ipocrisia di questa industria.

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Il marchio di sigarette elettroniche Elfbar, leader sul mercato britannico, e la sua consociata Lost Mary sono stati oggetto di critiche per il ricorso ad aromi che ricordano i dolci e le bibite edulcorate, e che quindi risultano particolarmente invitanti agli occhi dei bambini e degli adolescenti. Queste critiche li hanno spinti a rinunciare a questi prodotti della loro gamma, come reso noto il 30 novembre 2023.[1] Elfbar, che vende oltre la metà di tutte le sigarette elettroniche usa e getta consumate nel Regno Unito, è un marchio tra i più diffusi anche in Svizzera. Secondo le cifre più recenti, nel nostro paese il consumo di sigarette elettroniche usa e getta è in nettissimo aumento e, secondo i commercianti, nel 2022 le vendite potrebbero aver registrato una crescita del 2’200%. I colori accattivanti e l’ampia gamma di aromi che caratterizzano questi prodotti attirano soprattutto un pubblico giovane (e minorenne).

Mentre nel Regno Unito Elfbar ha già abbandonato le versioni «bubble gum», «cotton candy» e «rainbow candy» (e potrebbero seguirne altre), in Svizzera continua a vendere l’intera gamma, questi aromi compresi. L’ennesimo esempio di come in questo settore si applichino doppi standard etici e morali. Per tacere dell’ipocrisia che si cela dietro manovre quali rinominare l’aroma «gummy bears» in «gami» (come se non si potesse riconoscere…)[2]. Altrimenti detto: per proteggere i giovani, l’industria del tabacco e della nicotina adotta solo misure di facciata.

Le gamme di aromi variate e invitanti sono una delle caratteristiche che hanno contribuito, nel corso degli ultimi anni, all’esplosione di questo mercato, che oggi vale miliardi di dollari e nel quale Elfbar e Lost Mary, che appartengono entrambe alla società cinese Shenzhen iMiracle Technology, fanno la parte del leone. Secondo alcuni studi, vietare completamente gli aromi o limitarli a due soli aromi standard potrebbe far sì che i giovani smettano di consumare questi prodotti. In Svizzera, tuttavia, un atto parlamentare in tal senso è stato respinto dal Consiglio degli Stati.

Nel Regno Unito, Elfbar si oppone a una possibile nuova imposta sulle sigarette elettroniche, poiché ritiene che ciò spingerebbe le persone che hanno smesso di fumare sigarette convenzionali ad acquistare sigarette elettroniche sul mercato nero. L’associazione Action on Smoking and Health (ASH) critica Elfbar per le misure inadeguate di protezione dei giovani e considera invece che un’imposta sulle sigarette elettroniche sia importante per frenare il mercato nero. Quanto al Parlamento svizzero, nel giugno 2023 ha deciso, malgrado la massiccia resistenza dell’industria del tabacco e della nicotina, che le sigarette elettroniche saranno soggette all’imposta sul tabacco (dalla metà del 2024) – anche se l’aliquota concordata è senz’altro troppo bassa per avere un effetto.

Pubblicità ingannevole e ecologismo di facciata

Come se la sua politica ipocrita per quanto concerne gli aromi non bastasse, l’industria della sigaretta elettronica prova anche a darsi una patina di verde attraverso campagne pubblicitarie più che sospette. Sempre nel Regno Unito, ad esempio, l’organismo di autoregolazione dell’industria pubblicitaria (Advertising Standards Authority ASA) ha recentemente vietato una campagna di Elfbar che ruotava attorno allo slogan «recycling for a greener future» (riciclare per un futuro più verde). Lo slogan è stato a giusto titolo considerato ingannevole,[3] poiché dava l’impressione che il riciclaggio di questi dispositivi usa e getta si potesse fare facilmente a casa propria, mentre invece le sigarette elettroniche devono essere smaltite presso punti di raccolta speciali.

Le Elfbar e le altre sigarette elettroniche usa e getta costituiscono una grave minaccia per l’ambiente, poiché, appunto, una volta finite vengono gettate. Di solito, oltre all’involucro di plastica o di metallo e alle batterie agli ioni di litio, contengono composti chimici nocivi (con cobalto, nichel, piombo e nicotina), che possono fuoriuscire dal dispositivo e disperdersi nell’ambiente, mettendo in pericolo la flora e la fauna. Dovrebbero invece essere smaltite correttamente, ossia come rifiuti elettronici. Uno studio mostra che nel 2022 nel solo Regno Unito sono stati gettati 260 milioni di questi oggetti, che negli ultimi anni sono in tal modo diventati una delle principali cause di inquinamento da materie plastiche.[4]

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Le pubblicità in questione sono apparse su autobus e su cartelloni digitali a Londra nei mesi di luglio e agosto. Accanto a immagini dell’Elf Bar 600 V2 si potevano leggere il già menzionato slogan «recycling for a greener future» e «green awareness» (consapevolezza ecologica).

Nella sua decisione, l’autorità di autoregolazione ha stabilito che si trattava di pubblicità ingannevole.

Sempre più diffuse, le sigarette elettroniche usa e getta continuano a essere smaltite in modo improprio. Per contrastare questa preoccupante evoluzione, l’unica misura efficace sarebbe l’introduzione di un divieto totale, come quello che la Francia sta pianificando nell’ambito della sua nuova strategia 2023-2027 di lotta contro il consumo di tabacco.

[1] https://www.bbc.com/news/business-67570973

[2] https://www.bbc.com/news/business-67570973

[3] https://www.theguardian.com/society/2023/nov/29/elf-bar-vape-ads-uk-over-recycling-asa

[4] https://www.theguardian.com/environment/2023/oct/12/half-a-billion-cheap-electrical-items-go-to-uk-landfills-in-a-year-research-finds

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