La Francia sta vagliando la possibilità di vietare le sigarette elettroniche usa e getta

La Francia sta valutando la possibilità di vietare le sigarette elettroniche usa e getta, note anche come «barrette» o «puff bar», poiché il loro enorme successo tra i giovani comincia a sollevare serie preoccupazioni.

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Immagine: AT Svizzera

La misura, annunciata dal ministro della salute François Braun, farebbe parte della strategia globale di lotta antifumo che il governo francese intende adottare nel corso dei prossimi cinque anni. Vuole essere una risposta all’allarmante constatazione che i problemi di salute legati al fumo causano circa 75’000 vittime l’anno nella sola Francia.

Le sigarette elettroniche usa e getta, disponibili in ampie gamme di sapori dolci e fruttati, si presentano in confezioni accattivanti e a prezzi molto accessibili, compresi tra 8 e 12 euro (8-12 franchi) per 500 sbuffi (tiri). Secondo voci critiche, le strategie di marketing adottate da molti rivenditori di questi prodotti in Francia si rivolgono in modo specifico ai giovani, e questo nonostante la vendita di sigarette elettroniche ai minorenni sia vietata dalla legge.

Secondo l’organizzazione non governativa francese Alliance Contre le Tabac (ACT), le sigarette elettroniche monouso sono diventate molto popolari grazie ai social, dove sono presentate, in modo ingannevole, come positive e innocue. Questi oggetti, infatti, contengono la dose massima di nicotina consentita dalla legislazione in vigore (ossia 20 mg per ml), e la nicotina è una sostanza che induce rapidamente una dipendenza molto marcata. Per questa ragione, ACT teme che il consumo di sigarette elettroniche favorisca il passaggio al consumo di sigarette convenzionali. Si è quindi unita a una ventina di altre associazioni attive nella protezione dell’ambiente o della salute per chiedere, in una lettera aperta, il divieto delle sigarette elettroniche usa e getta. Le associazioni firmatarie denunciano l’impatto deleterio che questi oggetti hanno non solo sulla salute, ma anche sull’ambiente.

Quanto alla Svizzera, si tenga conto che, rispetto alla Francia, le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco non sono regolamentati in modo sufficientemente restrittivo. Nonostante i costi astronomici che il tabacco comporta ogni anno in Svizzera – stimati a oltre 6.16 miliardi di franchi (in merito rimandiamo all’approfondimento « I costi economici del fumo » sul sito web di AT) – il nostro governo si rivela particolarmente passivo di fronte alla necessità di introdurre misure di controllo efficaci. La Svizzera ha uno dei modelli di tassazione del tabacco più deboli al mondo ed è molto in ritardo rispetto a quanto hanno già fatto paesi quali la Francia, l’Australia e la Nuova Zelanda, e si situa nientemeno che al penultimo posto sulla Tobacco Control Scale 2021.

A differenza della Francia, dove il governo si sta muovendo per limitare il consumo delle sigarette elettroniche e i rischi per la salute che esso comporta, la Svizzera è rimasta finora largamente inattiva nella regolamentazione su questo fronte. La mancanza di un quadro giuridico solido ha spalancato le porte a uno tsunami di nicotina sui piazzali delle nostre scuole – una gigantesca ondata che minaccia di trasformarsi, a lungo termine, in una vera e propria crisi sanitaria. Nel marzo 2023, il consigliere nazionale Christophe Clivaz (Verdi) ha presentato una mozione per chiedere il divieto delle sigarette elettroniche monouso. Pur se in seguito alcuni giornali hanno riportato la notizia che anche la Svizzera intende vietare questi oggetti, la mozione dell’onorevole Clivaz ha poche possibilità di sollevare interesse in un Parlamento federale saldamente in mano alla lobby del tabacco.

Gli sforzi intrapresi dalla Francia per lottare contro i pericoli del fumo e ridurre la dipendenza da nicotina tra i giovani vietando le sigarette elettroniche usa e getta dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per la Svizzera. Per attenuare le conseguenze sanitarie e economiche del fumo, occorre rivedere urgentemente la nostra politica di tassazione del tabacco e la nostra regolamentazione in merito alle sigarette elettroniche.

Per introdurre politiche di controllo del tabacco più efficaci, alla Svizzera basterebbe ispirarsi a modelli quali la Francia e la Nuova Zelanda. Gli strumenti efficaci non mancano: potrebbe adottare disposizioni più severe sulle sigarette elettroniche (soprattutto per quanto riguarda la vendita ai giovani), introdurre una tassazione del tabacco più solida e investire maggiormente in campagne educative sugli effetti nocivi del fumo. Si tratta di misure perfettamente attuabili, che permetterebbero di salvare vite umane e di ridurre l’impatto negativo del fumo sulla nostra economia.

Riferimenti:

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