L'industria del tabacco utilizza sei strategie di prezzo per indebolire le tasse sul tabacco salvavita

Il nuovo rapporto STOP permette di capire i meccanismi che si celano dietro le sei strategie di gestione dei prezzi alle quali fa ricorso l’industria del tabacco per vanificare l’effetto delle tasse che lo Stato applica ai suoi prodotti.

STOP, la rete di organizzazioni accademiche e associazioni di salute pubblica il cui scopo è scrutare e denunciare le manovre dell’industria del tabacco, ha pubblicato un nuovo rapporto redatto da ricercatori dell’Università di Bath e dedicato alle strategie di gestione dei prezzi messe a punto dal settore: «The Price We Pay: Six Industry Pricing Strategies That Undermine Life-Saving Tobacco Taxes».

Il rapporto sottolinea il terribile impatto che il tabagismo ha ovunque nel mondo, stimando che comporti spese superiori a 1’000 miliardi di dollari l’anno, dovute in gran parte alle terapie, alla perdita di produttività e ai decessi prematuri. Inoltre aggrava la povertà, poiché colpisce maggiormente le popolazioni emarginate e contribuisce a tutta una serie di ineguaglianze sanitarie e economiche.

Gli strumenti di politica tributaria e di intervento sui prezzi descritti nell’articolo 6 della Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (FCTC) sono sovente i più efficaci per ridurre il consumo di tabacco e generare un gettito fiscale a beneficio dello Stato.

Il rapporto STOP analizza in dettaglio come i fabbricanti di sigarette eludono l’aumento delle tasse sul tabacco e esamina le strategie di gestione dei prezzi che adottano per vanificare gli obiettivi di salute pubblica che queste tasse si prefiggono. Basandosi su recenti studi, ha individuato sei di queste strategie:

  1. Ridistribuire («shifting») l’impatto tra diversi marchi o prodotti: i fabbricanti evitano di ripercuotere sul prezzo al dettaglio l’intero rincaro dovuto alle tasse («undershift»). In alcuni casi aumentano il prezzo, ma non dell’intero importo dell’imposta, mentre in altri lo aumentato al di là di questo importo («overshift»), soprattutto quando si tratta di prodotti di lusso.
  2. Introdurre nuovi marchi, varianti, segmenti o prodotti più economici: in questo modo la fumatrice o il fumatore passa a prodotti più economici («downtrading») invece di ridurre il consumo o smettere.
  3. Introdurre discriminazioni di prezzo e promuovere le vendite in funzione dei prezzi: i fabbricanti di sigarette si rivolgono a fasce di clienti sensibili ai prezzi proponendo buoni sconto, ribassi sul volume o omaggi, mentre alle altre fasce di clienti continuano a far pagare il prezzo pieno.
  4. Attenuare i prezzi: ossia aumentare i prezzi solo gradualmente, in modo che il rincaro risulti impercettibile.
  5. Vendere meno prodotto per lo stesso prezzo («shrinkflation», o inflazione da contrazione): invece di far pagare ai clienti un prezzo più alto per un prodotto, i fabbricanti mantengono i prezzi invariati ma riducono il numero di sigarette o la quantità di tabacco per pacchetto.
  6. Modificare le caratteristiche del prodotto o dei processi di produzione: nei paesi in cui il tabacco è tassato in modo diverso a seconda delle caratteristiche (ad es. lunghezza, peso o tipo di prodotto), il prodotto o il processo di produzione sono modificati per farli rientrare in una fascia di imposizione inferiore.

Il rapporto descrive in modo dettagliato le singole strategie adottate e include un’esposizione minuziosa delle tattiche e del loro impatto nonché esempi pratici tratti da diversi paesi. Propone anche casi studio nazionali/regionali per illustrare in modo approfondito le problematiche. Conclude con una serie di raccomandazioni politiche e sottolinea la necessità, per sviluppare contromisure efficaci, di raccogliere più dati empirici sulle manovre condotte dai fabbricanti di sigarette per eludere gli aumenti delle imposte sul tabacco.

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Fonte: STOP

Consumo di tabacco e povertà

La dipendenza da nicotina e il consumo di tabacco gravano in modo sproporzionato sulla popolazione meno abbiente, poiché il costo della vita rincara, l’inflazione è di ritorno, le risorse mancano e la prevalenza del fumo quotidiano aumenta. Una nuova campagna della federazione francese Alliance contre le tabac ACT affronta proprio questo problema.[i]

In sostanza, è possibile affermare che il consumo di tabacco rende i poveri più poveri.[ii] L’aumento delle imposte sul tabacco serve quindi anche a ridurre l’onere sproporzionato che il tabagismo costituisce per le persone con un reddito modesto.[iii] I dati raccolti finora dimostrano che l’aumento delle impose sul tabacco non ha un effetto negativo sulle famiglie meno abbienti, al contrario: diminuisce la spesa per le sigarette e quindi l’onere fiscale. Inoltre, ridurre il consumo di sigarette ha un impatto positivo sulla salute e attenua future disuguaglianze.[iv]

L’imposizione del tabacco in Svizzera

L’imposizione del tabacco in Svizzera è considerata a debole, poiché è una delle più basse d’Europa. Attualmente, infatti, l’imposta sul tabacco è significativamente inferiore alla media di quelle in vigore nell’Unione europea.

Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda un’aliquota fiscale di almeno il 75%, quella svizzera è di circa il 60%. Una situazione che preoccupa le persone e le associazioni impegnate sul fronte della salute pubblica, poiché complica l’adozione di misure volte a ridurre il consumo di prodotti contenenti tabacco e a contenere i rischi per la salute ad esso legati.

A breve il Parlamento discuterà la revisione parziale della legge federale sull’imposizione del tabacco (LImT). Si sta delineando la possibilità di tassare anche le sigarette elettroniche, per motivi legati alla protezione della popolazione più giovane. Purtroppo, tuttavia, il Consiglio federale non ha il coraggio di procedere a una revisione completa e si astiene dal presentare alle Camere un aumento globale dell’imposta per tutti i prodotti di tabacco.

Qui il rapporto STOP completo:

https://bit.ly/3Ya8YeZ

Qui la sintesi del rapporto STOP, in inglese:

https://bit.ly/3Y5kmc4

[i] https://alliancecontreletabac.org/2023/01/08/pouvoir-de-vivre/

[ii] Efroymson, Debra; FitzGerald, Sian; Jones, Lori (2011): Tobacco and Poverty: Research for Advocacy Guidelines. HealthBridge Foundation of Canada. Ottawa. Available online at https://healthbridge.ca/images/uploads/library/TobaccoPovertyResearchGuidelines_English.pdf.

[iii] Chaloupka, F. J.; Blecher, E. (2018): Tobacco & Poverty. Tobacco Use Makes the Poor Poorer; Tobacco Tax Increases Can Change That. Policy Brief. Tobacconomics, Health Policy. Chicago.

[iv] Vladisavljevi?, Marko; Zubovi?, Jovan; ?uki?, Mihajlo; Jovanovi?, Olivera (2021): Inequality-Reducing Effects of Tobacco Tax Increase: Accounting for Behavioral Response of Low-, Middle-, and High-Income Households in Serbia. In International journal of environmental research and public health 18 (18). DOI: 10.3390/ijerph18189494.

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